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 EDIZIONE 2014

IL  "MALE  OSCURO"

DELLA  BATTAGLIA

 

SANREMONEWS

mercoledì 13 novembre 2013

    “Chi vuole la Battaglia di Fiori ?” Potrebbe essere questa la cornice entro cui si inserisce la petizione, indirizzata alla cittadinanza di Ventimiglia, avviata dall’Ente promotore della storica manifestazione e dall’Associazione Carristi. L’iniziativa a margine della decisione della Commissione Straordinaria che, nelle scorse settimane, ha lasciato intendere di non essere disposta ad erogare il sostanzioso contributo per lo svolgimento della tradizionale rassegna nel 2014.

    Dopo uno studio mirato, Ente e Comitato, hanno così proposto una drastica riduzione dei costi con un monte spesa abbattuto di settanta mila euro. Dopo alcuni incontri con la commissaria Luciana Lucianò, i carristi e i membri del Comitato hanno firmato una richiesta di contributo, indirizzata alla triade prefettizia, per 150 mila euro: vale a dire 70 mila euro in meno rispetto ai 220 mila dello scorso anno. “Riteniamo che - spiegano - sospendere la Battaglia di Fiori, la manifestazione floreale più importante d’Italia e forse d’Europa, sia un grave errore. Ventimiglia ormai viene identificata con la Battaglia che, tra l’altro, nel 2011, è stata insignita della denominazione “Patrimonio d’Italia per la tradizione”. Dalla decisione collegiale della Commissione Straordinaria, è però emerso che il budget, anche dopo la ‘cura dimagrante’, messo a disposizione per la tradizionale rassegna estiva non potrà essere messo a bilancio.

    In queste settimane verranno effettuati alcuni sondaggi e questionari per testare l’umore dalla cittadinanza ventimigliese con riferimento al mancato svolgimento dell’evento clou dell’estate. In buona sostanza, occorrerà capire se i ventimigliesi si schiereranno a favore di un programma eventi spalmato su più mesi, opzione questa che prevede il taglio della ‘Battaglia’, oppure un numero inferiore di manifestazioni ma con la ‘Battaglia’. La situazione appare, tuttavia, assai complessa. Anche attraverso una raccolta fondi, sponsorizzazioni e autofinanziamento, l’importo minimo da raggiungere è di 150 mila euro. Cifra che pare, francamente, fuori portata senza stanziamento da parte del Comune.

    Ma vediamo nel dettaglio dove andrebbero razionalizzati i costi: una prima parte significativa è relativa alla modifica ai carri infiorati, senza peraltro inficiarne la bellezza; la seconda, che è venuta a galla solo in queste ore, concerne la remunerazione degli scultori che dovrà essere rivalutata, dato che incide per 1/3 sul costo complessivo di ogni carro; infine l’Ente conta di recuperare circa 50 mila euro tramite sponsor, pubblicità, lotteria e contributi vari. In definitiva, nonostante i Commissari abbiamo risposto picche anche alla seconda richiesta di contributo, carristi ed Ente coltivano ancora qualche speranza affinché la tradizione non sia interrotta.

 

 

IL  PRECEDENTE  DEL  1958

    Questa volta le polemiche, anziché seguire la Battaglia, la precedono mettendone in pericolo addirittura lo svolgimento. A scatenarle, oltre agli aspri contrasti di sempre fra carristi e organizzatori, c’è la crisi latente del garofano il cui prezzo, rispetto all’anno prima, è semplicemente raddoppiato. Sono questi i sintomi preoccupanti del “male oscuro” che travaglierà la Battaglia negli anni a venire fino a condurla alla morte.

    Nella notte fra il 4 e il 5 giugno, a soli quattro giorni dalla manifestazione, una voce, prima bisbigliata poi annunciata rabbiosamente, si diffonde nei corridoi del palazzo comunale: «La Battaglia non si fa più !».

    Nel corso di una tempestosa riunione nella sala consiliare, i carristi, esasperati per l’alto costo dei fiori, rinfacciano ai commercianti e ai floricoltori di trarre cospicui vantaggi dalla festa floreale senza concedere nulla in cambio. Volano parole grosse e Pierino Palmero, presidente dell’Associazione Commercianti, abbandona la riunione ed è a questo punto che i carristi decidono di mandare a monte la Battaglia.

    È un momento di grande tensione e ci vogliono più di due ore perché il dott. Carlo D’Allio e il prof. Mario De Apollonia riescano a far recedere i carristi dal loro proposito.

    Alla fine, tutti tirano un gran sospiro di sollievo: la Battaglia è salva e il contributo per aumentare l’importo dei premi sarà richiesto ai cittadini di buona volontà. Ma il fatto, gravissimo in sé, resterà come un brutto precedente.

    Qualche giorno dopo, un giornalista de L’Eco della Riviera scriverà: «L’ottusità dei commercianti ha raggiunto il massimo, tutto ciò è intollerabile».

    C’è malumore anche per il “cortese rifiuto” della Rai a riprendere la manifestazione mentre il presidente dei pescatori di Nizza, con una semplice lettera di invito, è riuscito ad ottenere la presenza della televisione francese alla gara internazionale di pesca nel Roia, in programma per la domenica successiva alla Battaglia.

    Per fortuna, dopo i tremendi problemi della vigilia, tutto poi fila liscio ancora una volta. Tanta è la folla che per permetterne l’accesso al corso, si deve ritardare l’inizio della sfilata, che sarà commentata da tre speaker: Giuseppe Bruschi in italiano, Sika Piggot in tedesco e inglese, e l’annunciatrice di Radio Montecarlo in francese.

da :

“La Battaglia dei Fiori” - Alzani - Pinerolo 1987 pagina 241

 

 

BATTAGLIA DEI FIORI