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Girolamo Secondo Rossi

 

    Nato a Ventimiglia il 4 novembre 1831, da Pietro Orazio di Secondo e Teresa; la madre Maria Geronima Eustachia Bentivegna Orengo di Giuseppe e Bianca Aprosio. Laureato in Chimica farmaceutica, a Torino il 5 luglio del 1853, gesti la farmacia paterna fino al 12 luglio 1863. Fin dal 1860, operò come professore di retorica e direttore del nostro Ginnasio. Il 23 luglio del 1856 venne nominato Vice Bibliotecario all’Aprosiana. Prima incaricato come Segretario Comunale, venne poi eletto Consigliere Municipale, il 16 luglio 1864. Archeologo e storiografo autodidatta, allievo del metodo storiografico di Ercole Ricotti, ricevette l’incarico di Commissario provinciale per le Belle Arti ed Ispettore degli scavi e monumenti. Il suo primo scritto: AVANZI DELL’ANTICA INTEMELIO, venne pubblicato sul Bollettino nazionale. Nel 1857 pubblicò la STORIA DELLA CITTA’ DI VENTIMIGLIA , che ripubblicò corretta ed ampliata nel 1886. Fu questo il primo monumento storico che abbia la nostra città. Scrisse inoltre la STORIA DEL MARCHESATO DI DOLCEACQUA E DEI COMUNI DI VAL NERVIA, I LIGURI INTEMELII, un GLOSSARIO MEDIEVALE LIGURE e una STORIA DEI CONTI DI VENTIMIGLIA medita; dal 1852 al 1913 tenne un MEMORIALE INTIMO pubblicato nel 1983 dall’Istìtuto Studi Liguri e Cumpagnia Ventemigliusi. Scrisse ancora la STORIA DELLA CITTA’ DI SAN REMO, la STORIA DELLA CITTA’ E DIOCESI DI ALBENGA; pubblicò gli STATUTI DELLA LIGURIA, STUDI STORICI SUL PRINCIPATO DI MONACO. Procurò che fosse rimessa in onore la Biblioteca Aprosiana, che si restaurasse la Cattedrale, il Battistero, la chiesa di San Michele e la torre di Porta Canarda. Scoperse l’antico Teatro Romano, la Via dei Sepolcri e i mosaici delle Terme romane. A fianco di Giuseppe Biancheri e col sostegno di Sir Thomas Hanbury portò la cultura ventimigliese a momenti e livelli irripetibili. Nel 1859 sposò Edwìge Rapallo. Mori il 6 marzo del 1914.

 

Scoprendo la lapide collocata alla casa di Girolamo Rossi

                                                                                                                            di Emilio Azaretti

    Girolamo Rossi si è diplomato in farmacia a Torino nel 1853. Perché a Torino ?

    Eccone la spiegazione: In quel periodo era deputato di Ventimiglia al Parlamento Subalpino Ercole Ricotti, ingegnere idraulico, ex-ufficiale del Genio e persona colta; diventato poi professore di Storia Moderna all’Università di Torino. Si può perciò supporre con sicurezza che la famiglia di Girolamo Rossi fosse fra i suoi importanti sostenitori e che, frequentandone la casa, abbia conosciuto il giovane Girolamo apprezzandone l’intelligenza e si sia impegnato di farlo studiare a Torino, seguendolo negli studi.

    Questi studi non erano soltanto farmaceutici, come lascia presumere il fatto che nello stesso 1853, quando a ventidue anni si diploma in farmacia, scrive anche un articolo Avanzi dell’antica Intemelio e, nel prepararlo, scopre casualmente i resti del Teatro Romano. L’articolo viene pubblicato a Torino nel Bollettino di Scienze, Arti e Industrie.

    Ma già prima, nel 1852, quando era ancora studente, avuta notizia del ritrovamento nello Archivio del Comune di Apricale del più antico Statuto Comunale Ligure, risalente al 1267, lo aveva ricopiato e presentato alla Accademia delle Scienze di Torino. Si ignora però per quale motivo l’Accademia non lo abbia pubblicato.

    Girolamo Rossi farmacista: La farmacia che aveva aperto nel 1853 in un negozio di ottima architettura medioevale esistente in via Piemonte, u carrùgiu longu, ai confini col carrùgiu d’i Scüri, viene da lui affittata nel 1863, definitivamente chiusa nel 1864 e riaperta poi da mio padre, vincitore del concorso.

    Già però nel 1860, avendo certamente collaboratori che lo sostituivano, aveva iniziato la carriera di insegnante, con la nomina a professore di Retorica nella quarta classe del Regio Ginnasio, nel 1862 era stato nominato professore della quinta, bibliotecario ed aveva pronunciato la Prolusione di apertura del nuovo anno scolastico, come allora si usava fare. Nel 1877 veniva nominato Direttore del Ginnasio, carica che conserverà fino al 1900, anno del suo pensionamento.

………..

    Accennando alla bibliografia di Girolamo Rossi, mi limiterò alla elencazione delle opere principali e cioè: nel 1859 la Storia della Città di Ventimiglia dalle sue origini ai nostri tempi; nel 1860 il Principato di Monaco - Studi storici, 1863 seconda edizione della Storia del marchesato di Dolceacqua e dei comuni di Pigna e Castelfranco e nel 1903 la seconda edizione col nome di Storia del marchesato di Dolceacqua e dei comuni di Val Nervia; 1867 Storia della città di Sanremo; 1878 Storia della città e della diocesi di Albenga; 1878 Gli Statuti della Liguria con l’Appendice del 1888; 1888 La Storia della città di Ventimiglia; 1895 Glossario medioevale ligure con Appendice del 1908, ripubblicato in ordine alfabetico da Nilo Calvini nel 1984. Girolamo Rossi è stato anche un grande raccoglitore degli Statuti dei Comuni liguri in parte da lui pubblicati ed in parte pubblicati recentemente da Nilo Calvini.

    Fra i manoscritti inediti ricorderò soprattutto I conti di Ventimiglia, importantissimo lavoro risalente al 1880, del quale ci siamo occupati con la dott. Francisca Pallares, Direttrice dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, per avere una fedele traduzione dei documenti in latino medioevale, che li rendano comprensibili ai lettori.

    Questo studio comprende, oltre alla storia delle Contee di Ventimiglia e di Tenda, anche quella dei membri del casato emigrati presso i Conti di Provenza e alla corte dei Re di Francia, dai quali hanno ricevuto prestigiosi incarichi e che sono ancora oggi ricordati a Parigi con la Rue e la Place de Vintimille, esistenti a Montmartre. E infine col ramo sceso in Sicilia, che ha fondato Ventimiglia di Sicilia.

    È compito della Sezione Intemelia dell’Istituto far preparare da studiosi competenti anche la pubblicazione dei numerosi altri inediti che si trovano presso l’Istituto, nella sua Biblioteca.

    Non meno importante il lavoro di Girolamo Rossi svolto durante sessant’anni, quale Ispettore ai Monumenti e Scavi della Provincia di Porto Maurizio, di cui egli stesso ha dato notizia nel volume I Liguri intemeli del 1907 e nelle periodiche relazioni inviate a Notizie degli Scavi di Antichità, pubblicata dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, a partire dal 1876.

                                                               Da: LA VOCE INTEMELIA anno XLIV  n. 12  -  dicembre 1989.