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 RICONVERSIONI  RECENTI

... e   MANCATE

      Gli ultimi anni del Novecento hanno visto la nostra città cadere in una sensibile stagnazione delle economie portanti, con relativo abbandono e connesso depauperamento degli immobili che avevano contenuto le attività in questione.

      Abbandonata a partire dal 1990, sul lungomare Cavallotti, si è lentamente disgregata la imponente fabbrica “Taverna”, vanto di una produzione calzaturiera di primordine, che impiegava alcune centinaia di persone, tra operai e indotto. I proprietari pensarono di sostituirla con una struttura turistica, proprio nel momento della massima crisi alberghiera; quindi tutto bloccato. Nel 2018, si è pervenuti alla inderogabile demolizione, creando un parcheggio transitorio che ha coinvolto la limitrofa “Pensione al Mare”, anch’essa inattiva da tempo.

      Poco oltre, sul Lungomare Trento e Trieste, per anni, ha occhieggiato la conforme struttura sanitaria del Dispensario. Dopo essersi trascinata qualche tempo quale presidio igienico dell’ASL, con il suo bel giardino circostante, serrato in un adeguato muro di cinta, questa è entrata nelle mire dei faccendieri edili, che ne iniziarono la demolizione pensando di sostituire quel pubblico monumento alla “sanità” di inizio secolo con un palazzone di squallidi monolocali turistici. Nel 2016, ci sono riusciti.

 

 

      Già negli Anni Venti tutta la “Riviera turistica” aveva subìto la dissoluzione della clientela aristocratica, sostituita da avventori più pratici e meno esigenti. I Grandi Alberghi si tramutarono in dimore vuote e in rapido sfacelo. Negli Anni Settanta, anche gli albergatori con meno pretese videro dissolversi la loro clientela. Uno dopo l’altro, numerosi Alberghi ed Hotel si affidarono al “cambio di destinazione d’uso”, trasformandosi in residence, oppure, soltanto in semplici condominii. Altri immobili alberghieri pervennero a quell’esemplare abbandono mostrato dall’Angst, a Bordighera, fin dal primo dopoguerra.

 

 

      Non sono stati più soggetti al vincolo alberghiero: l’Hotel Lido di Marina San Giuseppe e “Villa Franca” in Corso Repubblica, che giacciono in abbandono da decenni, come l’Hotel Splendid, a metà della salita di Via Roma. Invece, nelle Asse, l’Hotel Bel Soggiorno, che già aveva già subito cambio d’uso trasformando in elegante struttura ricettiva la precedente funzione di “casa di piacere”, la Villa Azzurra, quando, negli Anni Sessanta, non fu più tollerata dalla senatrice Merlin,.

      A La Mortola, nei pressi dei Giardini Hanbury, l’Hotel Nando è stato trasformato in appartamenti e magazzini. Nelle vicinanze l’Eden si sta preparando a farlo. L’Hotel Regina, nei pressi del ponte sul Nervia ha chiuso. In Centro, nelle vicinanze della Stazione ferroviaria, si sono trasformati in appartamenti: l’Hotel Francia, l’Albergo Abbo, il Tornaghi, il Suisse e l’Albergo Torino. In Piazza Cesare Battisti, l'Albergo Milano continua ha assunto una chiusura controllata.

 

 

      Abbandonata la formula del soggiorno, l’accoglienza, a Ventimiglia, ha puntato sulla formula Bed & Breakfast: decoro nelle strutture, convenienza nei costi, anche per brevi periodi; collegati all’assoluta libertà negli orari, contenuti in strutture molto limitate. In qualche caso si presentano legate alla terra e all’agricoltura collegata.

      Tra i dodici paesi che formavano allora la Comunità Europea, dal primo novembre 1993, entrò in vigore il Trattato di Maastricht, che provocò la chiusura e l’abbandono dei locali occupati dalle funzioni doganali italo-francesi nella nostra Stazione Ferroviaria Internazionale. “RFI”, ovvero, le Ferrovie hanno prontamente messo a disposizione i locali vuoti per attivare spazi commerciali, ma i tempi non erano ancora maturi e ora… chissà quando !.

      Nell’ottobre 2018 l’immobile pianterreno che chiude Piazza Costituente lato mare è stato svenduto all’asta. Nel dopoguerra, quei locali hanno ospitato la sede dell’ACI, “Automobil Club d’Italia”; dove per anni i ventimigliesi vi hanno svolto le pratiche automobilistiche, allora piuttosto complesse.

 

      Negli Anni Trenta, le strutture che avevano contenuto la Conceria Lorenzi, in zona Serre, continuarono a ospitare piccole aziende; fatto che impedì il degradamento del sito. Poi giunsero gli Anni Settanta, quando si diffuse la smania per l’edilizia cooperativa, cosicché tre voluminosi condominii sostituirono buona parte delle vecchie strutture. Soltanto un ritaglio di queste, sull’angolo più prossimo al passaggio a livello di Via Tenda, sopravvissero in un totale degradante abbandono, che venne interrotto con un risoluto abbattimento amministrativo soltanto nel 2016.