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    Il 22 aprile 2011, sono trascorsi venti anni dalla storica firma di quel “Protocollo d’intenti”, che tante speranze aveva acceso, per una convivenza produttiva tra le due città intemelie, così vicine. Fin dal novembre dello stesso anno, in una Tavola Rotonda, erano emerse le difficoltà ed i distinguo; ma, intanto oggi si preferisce dialogare col Principato di Monaco, scordando persino gli impegni assunti e per nulla incompatibili con gli attuali disegni.

 

1991

TRA  I  COMUNI  DI  MENTONE  E  VENTIMIGLIA

FIRMATO  DAI  DUE  SINDACI

UN  PROTOCOLLO  D’INTENTI

    Con i due Sindaci, Albino Ballestra e Jean Claude Guibal, c’erano il rappresentante del Presidente del Consiglio delle Alpi Marittime: Bruno Miraglia, il presidente della Giunta Regionale Ligure: Giacomo Gualco, i rappresentanti della CEE Milano: Marina Manfredi e della CEE Marsiglia: Charles Andre, il Console di Francia: Roger Brochiero e l’assessore provinciale Lorenzo Viale, con sindaci della zona e consiglieri dei due Comuni, assistiti dai segretari dei Comuni stessi.

 

Le origini

    Questo Protocollo di Intenti rappresenta per “La Voce Intemelia” un grande passo verso quella unione che, sia pure nella forma allora immaginabile, aveva previsto Emilio Azaretti quando, come diceva in un suo scritto il canonico Peitavino, assieme al Sindaco di Genova, l’on. Achille Pellizari, già nel 1948 aveva sottolineato l’utilità e il nessun danno che ne sarebbe derivato alle due nazioni sorelle.

    Dice Peitavino: «Se finora non si ottiene nulla, bisogna sperare che in un tempo non molto lontano le teste dei ‘governanti e le vicende delle due nazioni possano cambiare, e quello che ora sembra un’utopia diventi una realtà».

    In questo spirito, cambiati i tempi e le cose, riteniamo che per la sua importanza il citato Protocollo debba essere conosciuto da tutti e per questo lo offriamo ai lettori nella sua versione ufficiale ed integrale.

 

Le premesse

    L’intersezione dell’arco economico mediterraneo (Spagna - Francia - Italia) e della frontiera franco-italiana (l’Italia ha soltanto un confine comune con un paese membro della C.E.E.: la Francia) si caratterizzano per la presenza di due città medie: Ventimiglia e Mentone.

I due centri sono separati solo da dodici kilometri ed i loro legami storici sono numerosi.

Queste due città ereditano un passato storico, culturale ed economico simile da diversi punti di vista ma anche fortemente differenziato e complementare per altri aspetti.

    Nel rispetto della loro identità e della loro autonomia locale, le due collettività, coscienti di un destino comune, hanno già lavorato sotto vari punti in profondità per avvicinare le due comunità.

    Legami, scambi, collaborazioni sono numerosi sotto il profilo della educazione, dello sport, dell’economia e della cultura. La convenzione franco-italiana del 9 settembre 1972, per l’approvvigionamento della acqua dal Roia illustra chiaramente questa realtà.

    Il percorso della collaborazione tra i due Comuni è lungo e difficile, ma la volontà politica di andare avanti è forte e i Consigli comunali l’hanno espressa nuovamente deliberando il 19 novembre 1990 e il 7 marzo 1991, per Ventimiglia e il 14 dicembre 1990 per Mentone.

    Le prospettive del Mercato Unico Europeo e le evoluzioni che ne scaturiranno accelerano la trasformazione delle mentalità e dei comportamenti e chiamano in causa le istituzioni pubbliche e gli operatori economici locali.

    La messa in comune delle potenzialità umane ed economiche che esistono da una parte e dall’altra della frontiera deve permettere di trovare nuove forme di sviluppo e di scambio per meglio affrontare insieme gli effetti del Grande Mercato Europeo.

    Questa cooperazione si fonda sui punti di forza e sui punti di debolezza delle due città, aventi la volontà comune di cooperare. Mentone non possiede, a titolo di esempio, che 1.400 ettari per 29.474 abitanti all’ultimo censimento e Ventimiglia ne ha più di 6.000 per la stessa popolazione. Le istituzioni pubbliche mentonesi sono efficienti e la vitalità imprenditoriale di Ventimiglia è notevole.

    Ciò dimostra l’importanza delle relazioni da sviluppare e da istituzionalizzare nel quadro di una Commissione mista Mentono - Ventimiglia, e del presente protocollo di intenti. Questo mira a sensibilizzare l’insieme d e i partners socio – economici della zona frontaliera ad impegnarsi in operazioni concertate e coordinate per elaborare dei programmi di azione suscettibili di essere proposti per nuovi finanziamenti.

 

I mezzi della cooperazione

    L’azione dei due Consigli comunali nasce da una iniziativa originale e specifica delle due città e si situa all’interno di una convenzione  di  cooperazione transfrontaliera stipulata tra il Dipartimento delle Alpi Marittime e la provincia di Imperia.

    A seguito di questo, tra Jean Claude Guibal, sindaco della Città di Mentone - autorizzato con deliberazione del Consiglio comunale del 14 dicembre 1990 - ed Albino Ballestra, sindaco della Città di Ventimiglia - autorizzato con deliberazione del Consiglio comunale del 7-3-1991, è stato deciso quanto segue:

    Le città di Mentone e Ventimiglia si impegnano rispettivamente:

- a mettere in campo mezzi umani e finanziari per supportare lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera; a costituire un gruppo tecnico composto da consiglieri e da funzionari comunali; ad elaborare e confrontare i loro “Piani di sviluppo locale” (Piano Regolatore), verso i piani della Comunità Europea in generale e di Interreg o Sprint in particolare per realizzare congiuntamente i progetti che saranno proposti.

    Lo strumento comune alle due città è costituito dalla SEMAM (Società di economia mista delle Alpi Marittime) che è incaricata, per conto della città di Mentone della elaborazione e attuazione del Piano di sviluppo locale, e per la città di Ventimiglia di partecipare agli studi del Piano Regolatore Generale. La stessa inoltre è incaricata di elaborare un piano di sviluppo locale e di cercare per i due Comuni le strade ed i mezzi per attuare questa cooperazione e di coordinare il funzionamento e l’attività della Commissione mista Mentone - Ventimiglia.

 

I progetti di cooperazione

    Senza che questa lista debba essere considerata esaustiva, le due comunità decidono di studiare sin d’ora le seguenti questioni prioritarie di interesse comune:

- messa in opera di una pianificazione urbana e territoriale comune ed unica, realizzazione di una struttura manageriale dei servizi pubblici dì interesse locale (ricerca di strumenti tecnici comuni in particolare nel campo dell’informatica) in coerenza con il bacino socio - economico; coerenza delle strutture formative, in particolare nel campo universitario, e realizzazione di una reale politica dell’insegnamento del francese e dell’italiano nelle scuole dei due Comuni; salvaguardia e valorizzazione dei Centri storici, del patrimonio architettonico e storico e ricerca di una identica équipe operativa; coordinamento delle infrastrutture ferroviarie, stradali ed autostradali con riferimento specifico alle aree strategiche della valle del Roia ed in particolare Autoporto e Parco ferroviario; raccordo della tangenziale di Sanremo denominata «Aurelia bis», ristrutturazione della strada nazionale 204 o SS 20 (valle del Roia - Colle di Tenda) e spostamento della ferrovia; creazione di legami marittimi e di un eliporto comune; gestione delle risorse naturali: si tratta essenzialmente dell’adduzione dell’acqua del Roia e della distribuzione a Ventimiglia del gas naturale; azioni in favore della Protezione e dell’ambiente con impianti di depurazione, riciclaggio delle acque reflue, smaltimento dei rifiuti solidi urbani, discariche di materiali inerti; azioni in favore del patrimonio preistorico e paesaggistico con protezione del litorale. Sviluppo del “Parco delle Alpi Marittime e Liguri”. Protezione delle baie (Cap Martin - Capo Ampeglio) e applicazione di tecniche moderne a protezione delle spiagge; rivitalizzazione dei Parchi e ricerca della lotta contro le malattie del pino: Balzi Rossi - Mortola - Hanbury a Ventimiglia, Colombières - Maria Serena - Fontana Rosa - Mari e Monti - Val Rameh - Serres de la Madone a Mentone, rispetto dell’agricoltura e della floricoltura con sviluppo di iniziative di ricerca e commercializzazione; complementarietà dei progetti di sviluppo economico nell’ambito dello sviluppo di una campagna promozionale delle due Città, dello sviluppo turistico, dei parchi tecnologici, dello sviluppo del turismo congressuale, della creazione di una rete di piccole e medie imprese ed in particolare di strutture di aiuto ed assistenza giuridica in collaborazione con le Camere di Commercio e le Associazioni Industriali; la costituzione di una borsa delle opportunità locali connessa a manifestazioni fieristiche ed espositive; il confronto e l’integrazione delle politiche in materia commerciale e nel campo dell’habitat con particolare riferimento a quello destinato alla popolazione residente ed agli insediamenti produttivi; posizionamento del bacino socio - economico in un programma di formazione e orientamento; prospettive di sviluppo dei servizi pubblici locali urbani.

 

CONCLUSIONE

    Attraverso una prima metodologia di analisi ed a mezzo di équipes tecniche comuni, si potrà pervenire alla elaborazione di una strategia coerente per lo sviluppo e la realizzazione dei progetti di cooperazione transfrontaliera.

    I Consigli comunali decidono che la Commissione mista potrà in ogni momento occuparsi delle questioni di interesse comune che non siano state specificatamente menzionate nel presente protocollo d’intenti.

                                                                                               LA VOCE INTEMELIA anno XLVI  n° 5  - maggio 1991

     La stampa quotidiana ha ampiamente illustrato il complesso di incontri avvenuti a metà novembre tra le due città. Sotto la presidenza dei due sindaci, Ballestra per Ventimiglia e Guibal per Mentone, si sono trovati politici e tecnici delle due parti, sia francesi ed italiani che della CEE.

    In una panoramica europea, sono stati discussi i ruoli di una comune economia posta negli ambiti giuridici possibili con un particolare occhio alle autonomie locali. Due tavole rotonde hanno permesso, anche se il tempo come sempre è poi risultato limitato, interventi degli invitati.

    Va sottolineato che il tentativo di stabilire una unione di lavoro e di interessi tra due città confinanti di due stati è il primo che avviene nell’ambito della Comunità Economica Europea.

 QUALCHE CONSIDERAZIONE

    Intanto c’è l’affermazione obiettiva del sindaco di Mentone sul fatto che il sistema burocratico italiano è molto più lento di quello francese.

    Con questa affermazione mi pare che collimi l’intervento dell’avv. Bormioli, che parlava a nome del sen. Acquarone, in quei giorni impegnato a Roma per votare la finanziaria. Sotto l’aspetto del diritto - dice - molto di quello che è stato proposto risulta obiettivamente difficile per un Ente pubblico; delle società a capitale misto, ricadendo nel campo del diritto privato, permetterebbero accordi fra enti di pari forza, cosa che se no, non si verificherebbe. Questo sarebbe inoltre una grossa garanzia per il privato cittadino, che in definitiva è il vero interessato. Implicitamente questo si capisce anche dalle parole del presidente della Regione Liguria, quando si limita ad assicurare che la Regione darà tutto l’appoggio possibile.

    Questo “possibile” conferma i dubbi espressi precedentemente.

 QUALCHE OSSERVAZIONE

    Fuori convegno abbiamo raccolto delle osservazioni che non sono da trascurare a priori. Circolava una battuta, forse anche infelice, ma che comunque riportiamo: «Si, noi diamo acqua pulita e voi offrite immondizia”.

    Più attento il dubbio di chi, partendo dalla affermazione di Guibal a proposito del fatto che Ventimiglia offre un maggior entroterra utilizzabile a vantaggio ‘di entrambi, teme che questo entroterra possa servire per tutto quanto non si può fare a Mentone.

    É stato detto che Ventimiglia potrà utilmente avvalersi dei servizi turistici della vicina Costa Azzurra, vedi eliporto, treni veloci, aeroporto.

    Ma a parte il fatto che già ora dalla nostra Riviera ci si serve di tutti questi mezzi; e ancora a parte il fatto che con la scomparsa delle frontiere tutto ciò è automatico, tutto resterà inutile se Ventimiglia non saprà darsi opportune attrezzature ricettive.

    Di questa ristrutturazione, porto, alberghi di varie categorie, Città Alta rinnovata e via dicendo, si parla da tempissimo.

    Se ne parla, come di tante (di troppe) altre cose.

                                                                               (C.P.)      LA VOCE INTEMELIA anno XLVI  n°12  - dicembre 1991