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ORATORIO dei NERI

Tempietto di San Secondo, orazione e morte

 

       L'edificio è stato costruito nel 1650, quale sede della Compagnia della Misericordia, sull'area di un antico fabbricato compreso tra via Garibaldi e via Giudici, donato per volontà testamentaria dal nobile Antonio Porro.

       Spicca nell'antico tessuto edilizio medievale per la sua facciata di fattura rococò, ornata da decorazioni a stucco. L’interno, un semplice vano rettangolare, è impreziosito da tele e pregevoli affreschi incorniciati da motivi a stucco nella volta a botte di copertura, eseguiti da Maurizio Carrega negli anni 1784-1786.

 

      L’origine della Compagnia della Misericordia è molto antica: essa sorse a Firenze nell’anno 1230, per un’idea di tal Piero Borsi e doveva servire al trasporto di malati, feriti, morti.

       Nel 1326 fu fatto un primo statuto, nel 1329 la Repubblica prese a proteggere la Compagnia, che nel 1361 fu riformata con nuovo statuto, ed allora era governata da otto capitani, di cui sei delle arti maggiori e due delle minori ... In Ventimiglia fu merito dei sacerdoti secolari e regolari e delle nobili famiglie l’istituzione della Compagnia della Misericordia, trasformata poi in confraternita la cui fondazione, avvenuta nella Cattedrale, risale al 1610.

        Nel 1643 officiava in una chiesuola intitolata a San Salvatore, situata nel quartiere castello, e citata in una carta del 1465. Nel 1650 il nobile Antonio Porro cedeva la sua casa, per la costruzione dell’attuale Oratorio.

      I confratelli vestivano una cappa nera con cappuccio per nascondere l’identità in una perfetta uguaglianza di doveri. Nelle grandi processioni i confratelli indossavano sopra la cappa i “tabarrini”, piccoli mantelli di velluto, ricamati in oro, argento e seta.

      Dall’anno della sua fondazione l’oratorio ha continuato ad essere abbellito ed arricchito di opere d’arte. Il portale, in pietra della Turbia, fu scolpito dal maestro Benedetto Bruno di Monaco nel 1670. Le otto grandi tele sulle due pareti laterali sono del rinomato pittore genovese Serra. Il grandioso altare, in marmo nero intarsiato, venne costruito dal maestro marmare Giacinto Aycardo verso il 1678; ai lati dell’altare su alto zoccolo s’elevano le quattro maestose colonne tortili in marmo nero sorreggenti il frontone con al centro una nicchia nella quale ammiriamo la marmorea statua di San Secondo. La volta a botte, adornata da stucchi ed affreschi, venne eseguita dal pittore di Porto Maurizio, Maurizio Carrega dal 1784 al 1786. L’opera più moderna che osserviamo è il gruppo in stucco bianco nella nicchia dell’altare maggiore, opera dello scultore Paolo Biamonti che sostituisce probabilmente un quadro ora scomparso del martire San Secondo, eseguito per la famiglia Porro nel 1600. Opera insigne dell’oratorio è il “Cristo Morto”, lavoro pregevole del 1700, che veniva portata in una solenne processione la sera del Venerdì santo sotto un ricco baldacchino di velluto.

        L’oratorio ha un piccolo campanile fornito di due campane una delle quali è denominata “dei lupi” forse a ricordo dell’uso che se ne faceva durante incursioni dei lupi cervieri (tipo di felino, con orecchio di lupo, lince).