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GIARDINO LOGGIATO

    Nella Ventimiglia arroccata sullo Scögliu, l’urbanistica del Sestiere di Piazza venne completamente rinnovata, a cominciare dagli ultimi decenni del XVI secolo; quando venne tracciata la nuova strada carrabile dalla Piazza della Cattedrale alla Porta Nizza, aperta sulla zona del Funtanin.

    La strada venne poi intitolata alla famiglia Lascàris e, sull’angolo tra questa e la piazza Cattedrale venne costruito l’elegante Municipio. In tempi posteriori, anche il Teatro Politeama trovò ubicazione sul medesimo lato.

    Sul lato rivolto a mezzogiorno, invece, trovarono posto le raffinate magioni della nobiltà, i “Magnifici”, i quali edificarono fastosi palazzi, copiando le smanie della nobiltà genovese, impegnata a edificare anch’essa lungo la Via Nuova.

    Valendosi della panoramicità del luogo, eretto il palazzo con la facciata rivolta a Tramontana, prospiciente alla nuova strada, per dar modo alle fondamenta di insediarsi ben salde sulla rocca dello Scögliu; sfruttarono la eccessiva altitudine di quell’agglomerato di puddinghe e arenarie, seguito dall’instabilità del terreno scistoso retrostante, rivolto al mare, per erigervi una serie di soleggiati giardini pensili, a rispetto delle antiche mura, rifiniti con una dipendenza, dotata di loggia terrazzata, verso il mare, adattando il costruito del passaggio di ronda addossato a quelle mura di mezzogiorno. Sia dai terrazzi del camminamento, sia dai loggiati aperti con finestre nelle mura si gode una eccezionale  vista, rivolta fino alle montagne dell’Esterel.

    Tra le terrazze dei giardini ed i piani nobili delle magioni, venne tracciato un percorso stradale  di servizio, sormontato dagli archi, ponti di raccordo tra le due entità, che in seguito verrà intitolato Via Collabassa. Sulla successiva Piazza della Colla, appoggiata alle mura, verrà tracciata  la suggestiva, attuale Via Lascaris.

    Oggi, in generale, i Giardini non sono molto curati, ma alcuni di loro conservano ancora il fascino della struttura pensile dedicata al relax ed al passatempo.

 

 

DECORSO STORICO DEL SITO

      Nell’anno 1570, la Comunità ventimigliese ristrutturava il Palazzo Comunale, di fronte alla Cattedrale. Nonostante la non  florida economia e le condizioni climatiche, ritenute piuttosto malsane, a causa delle aree paludose alle foci della Roia e del Nervia, entro la prima metà del Cinquecento, le iniziative urbanistiche avevano cambiato il volto della Carreria soprana, che verrà intitolata Via Lascàris, quella che ora è via Garibaldi.
      I palazzi che sorsero sul lato sudovest della Carreria, acquisirono una marcata caratterizzazione dei prospetti. Negli atri troneggiano ancor oggi ampie scale, ricche di balaustre e di colonne. Per loro tramite veniva consentito il collegamento con la sovrastante via Collabassa ed attraverso passaggi sopraelevati su questa, si era dato l’accesso, dai piani nobili, a preziosi giardini pensili, protetti da muri. Esempi ancora conservati di queste cinquecentesche opere sono i palazzi Galleani, Orengo e Biancheri.
       Mentre la facciata della chiesa di san Michele, caduta per il terremoto del 1564, veniva ricostruita più arretrata di una campata, permettendo l’allargamento di piazza Colletta; nell’anno 1630, la città andava adeguandosi al nuovo costume culturale, con la trasformazione delle chiese secondo i dettami della controriforma e dell’abitato medievale ai moduli barocchi.
       La strada della nobiltà modellata sulla Via Nuova genovese, aperta a giardini, pensili ed esclusivi; le ville dei dintorni. La loggia dei nobili, di fronte alla Cattedrale e questa inzeppata di cappelle giuspatronali. La fuga estiva, di chi poteva permetterselo, dalla malaria prodotta dall’impaludamento della Roia. La sostituzione dei ruderi dell’antico castello dei Conti con il Monastero delle Canonichesse Lateranensi, del 1668, segnerà il definitivo affermarsi del potere curiale sulla rocca di una città decaduta.
         Sul piano militare, G. Vincenzo Imperiale, ispettore delle Riviere, consigliava la Repubblica, in caso di guerra, a concentrare le forze intorno a Genova, abbandonando le città rivierasche, non difendibili. Nelle fortificazioni ventimigliesi era presente una guarnigione di soldati tedeschi ed italiani.
     Si doveva registrare, inoltre, il progressivo aumentare della presenza degli ordini religiosi e delle confraternite, la processione delle casacce, l’aridità culturale di qualche modesta accademia, ma anche la presenza di padre Angelico Aprosio, uno dei maggiori eruditi bibliofili dell’Italia del tempo. Non mancavano studiosi e letterati di qualche valore, come l’altro agostiniano, padre Cotta, e si coltivavano le scienze storiche ed una nascente archeologia.
        Dal 1840, il vescovo Lorenzo Battista Biale si ingegnava a far costruire l’orribile Seminario, sostituendolo al precedente elegante villa episcopale. Dava atto ad un nuovo episcopio, dopo aver acquistato una casa ed un giardino sulla Via Nuova. Riattava ed abbellita anche la villeggiatura di Latte. 

 

 

     Via Lascaris, crosa in mattoni verso San Francesco                           Via Collabassa, con le passerelle verso i giardini