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 Il baluardo naturale tra Castel d'Appio e Porta Canarda

Sul Colle

LA TORRE NOVA

Da: Ventimiglia medievale: topografia ed insediamento urbano  -

                               di Giuseppe Palmero   -   Glauco BRIGATI editore  - Genova 1994 - p. 47,  par. e)

Il quadro urbano della Ventimiglia duecentesca:

la distribuzione dei luoghi e degli edifici principali:

    Al fine di poter meglio collocare quanto verrà esposto nei capitoli seguenti, in relazione alla consistenza edilizia ed alla qualità abitativa di ogni singolo luogo menzionato, vediamo ora in rapida sintesi un primo quadro orientativo sulla distribuzione dei riferimenti topografici urbani. Inizieremo la nostra descrizione partendo dal quarteria Castelli (da sud verso nord); percorrendo la linea direttrice del crinale, si passerà al quarteria Oliveti; ed in seguito, discendendo verso il fiume Roia e proseguendo verso la sua foce, lambiremo i quartieri del Lago e quello del Borgo.

    A meridione, la punta estrema del quartiere che si affacciava sul mare sottostante era denominata Cavus colle.  Nella parte inferiore di questo promontorio transitava la via antiqua; mentre in quella superiore, in posizione preminente, era localizzato il castrum Roche. L’ubicazione del castello in quel sito (riedificato dai Genovesi nel 1222) è documentata in modo inoppugnabile – oltre che dalle fonti archivistiche precedentemente analizzate - da un disegno trecentesco raffigurante la città.

    L’illustrazione a cui si fa riferimento si trova sulla prima facciata di una quaderno cartaceo, redatto l’11 giugno 1350, in occasione di un trattato - tra il procuratore dei reali di Sicilia, da una parte, ed il comune di Genova, dall’altra - riguardante la città di Ventimiglia ed i suoi castelli (A.S.G., Archivio Segreto, a. 2727/40): cfr. P. Lisciandrelli, Trattati e negoziazioni politiche della Repubblica di Genova (958-1797). Regesti, in «Atti della Società Ligure di Storia Patria», n.s., I (1960), p. 112.

 

Il disegno trecentesco, che rappresenta la prima testimonianza iconografica della città, si contraddistingue, per un verso, per l’estrema precisione nella raffigurazione e nell’esatta ubicazione topografica dei luoghi difensivi (oggetto in questione nel trattato) ed ancora, per l’immagine urbana - molto vicina a quella restituitaci dall’esame delle fonti archivistiche - con le compatte file di case a schiera e la centralità imponente dell’ecclesia Sancte Marie e la sua platea (dove già primeggia lo sproporzionato protiro goticheggiante della cattedrale ancor oggi visibile); per altro verso invece, colpisce per la naiveté tecnico-rappresentativa del disegno. Infatti, la veduta ha come punto di ripresa frontale il mare, da dove è impossibile tratteggiare l’agglomerato urbano. Tuttavia, l’anonimo illustratore, pur effettuando in questo disegno una sovra-trasposizione irreale, ci offre nell’insieme un documento iconografico e storico di notevole valore. Un’ultima considerazione riguarda la presenza di una turris (n)ova - in posizione quasi baricentrica rispetto al castrum Collis, alla porta Caynarda ed al castrum Apii - della quale, fino ad ora, si ignorava l’esistenza.