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In Siestro

LA TORRE RUFFINI

    Costruita nel XVI secolo, quale torre magazzino ed abitativa da difesa, sulla collina di Siestro, a levante del fiume Roia, diventò particolarmente famosa nel XIX secolo, per aver ospitato il fuggiasco mazziniano Giovanni Ruffini.

    La sua struttura, vincolata nel 1939, presenta una pianta quadrangolare, ma non possiede più le fattezze originarie. Adibita ad abitazione è oggi di proprietà privata.

 

 

    Fallito il tentativo mazziniano d’impadronirsi della fortezza di Savona, nel 1833, i fratelli genovesi: Iacopo, Giovanni ed Agostino Ruffini cercarono l’esilio. Agostino giunse in Svizzera, con Mazzini, per andare poi ad Edimburgo, da dove tornerà nel 1840, onde essere eletto deputato.

    Iacopo fu scoperto ed incarcerato; si toglierà la vita in carcere, per non tradire. Giovanni fu esule in Francia ed Inghilterra, dove scrisse i romanzi “Lorenzo Benoni” ed “Il dottor Antonio”, ambientato a Bordighera, contribuendo notevolmente al lancio turistico della cittadina delle palme, in Gran Bretagna.

    Nel 1881, morirà a Taggia, della quale era originaria la famiglia. Nel transitare da Ventimiglia, nel giugno del 1833, Giovanni Ruffini venne aiutato dall’amico Andrieta Biancheri, padre del futuro deputato, che lo affidò al forzuto oste della Locanda del Cervo, certo Lucangelo Pignone. Questi, lo nascose nella “Torrazza di Siestro”, per poi caricarlo in una gerla e portarselo alla marina a spalle, così da poterlo far partire in barca, alla volta dell’oltre Varo, nell’ospitale Francia.

 

 

    In quella torre, nel 1673, Paolo Agostino Aprosio, accademico apatista di Firenze, compose un trattatello morale intitolato: La strage dei vizi capitali.