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Porta Lago - Rivai

 

ANTICHE  PORTE  MURARIE

 

        Attorno all’anno 1000, la città, sullo Scögliu, avrebbe dovuto essere cinta da mura, che dal Fortilizio del Cavu serravano il lato rivolto al fiume, a mezza costa, fino alla base del Ponte, per riandare in quota sui Rivai e gli Scüri, fino a cingere la Rucheta. Da quel sito, voltavano verso l’attuale Piazza del Canto, per comparire in vista al mare sui bastioni della Colla. Seguendo il tracciato, oggi Via Collabassa, fino al Castello dei Conti, sul Cavu, verso il fortilizio bizantino.

 Duecentesca Porta d'u Ciòissu intersecata da muri di orti            Porta duecentesca nel portico di Ciasseta d'u Cantu

 

 

        Si può presumere che quelle antichissime mura fossero servite da almeno quattro porte. La porta verso la Roia che avrebbe potuto aprirsi su un guado, ma che per convenzione conosciamo in qualità di Porta del Ponte. La porta a protezione degli Scüri, conosciuta come Porta Lago o Rivai. Quella che metteva in comunicazione la Ruchéta con l’apparato portuale, è stata riferita come Porta del Ciòussu. Una apertura di comunicazione con la strada verso il Piemonte potrebbe aver lasciato le proprie rovine in bella vista sull’attuale Ciasseta d’u Cantu.

      Nel 1252 iniziavano i lavori per l’adattamento delle mura esistenti all’espansione della città, con l’aggiunta di un tratto murario verso il Murrudibò, aggregato alle fortificazioni di Forte del Colle. Nel 1256, i genovesi rinnovavano il vecchio castello dei Conti, situato sulla Colla, il “castro Collis”. Nei pressi del castello, lungo la cinta muraria di mezzogiorno risultava una porta, chiamate “della Colla”, anteriore a quella cinquecentesca che, nell’Ottocento, sarà chiamata Porta Nuova.

       Questo apparato murario, profondamente rinnovato, trova un’efficace descrizione da Girolamo Rossi, in pieno Ottocento, nella sua “Storia”: “L’ingresso da noi fatto in città pel ponte sulla Roia, da dove dal principio del nostro secolo è scomparsa l’antica porta, difesa da una torre imbertescata e da feritoie, ci ha fatto passare inavvertito che resta ancora intatta una porzione dell’antica cinta di mura e delle porte, divenute ormai inutile ingombro, dopoché Ventimiglia ha cessato di essere città fortificata.  Restano intatti parte dei robusti bastioni, in tondo ai quali si apre la porta della marina; sono state restaurate recentemente le mura che guardano a tramontana, colla porta detta di Piemonte e che si allacciano colle mura occidentali, dove si apre la grandiosa porta di Nizza (detta già di San Francesco)  - Sta ora isolata, spoglia d’ogni segno di difesa e modernamente abbellita la porta nuova, nelle cui vicinanze era l’antica chiappa (clapa piscium), la quale doveva inesorabilmente acculattare il debitore insolvibile ed il fallito”.

      Il 5 dicembre 1859, si dava inizio ai lavori per il passeggio della Colla, appendice alla strada Traversa, proprio con l’adattamento della nominata Porta Nuova. Nel 1872, l’Ospedale di Santo Spirito che aveva operato nel Sestiere Uliveto, in struttura divenuta fatiscente, veniva dunque trasferito nell’ala posteriore del Monastero delle Canonichesse Lateranensi, non utilizzato più dalle monache. Il Civico Ospedale aveva il suo ingresso a metà della salita di Porta Nuova e verrà ingrandito nel tempo, ma nel 1956, non più idoneo veniva trasferito nella ex caserma dei Bersaglieri al Funtanin, luogo splendido e molto accessibile, se non si fosse saputo chiaramente che era interessato al movimento franoso dell’intera collina dal Levante dell’Annuziata al Ponente di Porta Nizza, fino al mare, nei calanchi degli Scoglietti. Vi opererà per pochi anni.

 

 

        Di Porta Nizza sentiamo parlare soltanto nell’Ottocento, però già nel 1600, in una richiesta al Comune, il Priore del Convento limitrofo, chiamava Porta San Francesco la porta rivolta verso la Francia. Attraverso la porta di Francia, al concludersi del 1200, un elevato passaggio di presenze albigesi verso la Liguria e la Lombardia, dovrebbe indicarci come il traffico di fedeli càtari, da e per i paesi occitani, fosse sostenuto dall’attiva presenza in città di un ricetto Templare, presso quella Porta, riconosciuto, al tempo, zona neutra per i viandanti albigesi. In quella struttura, ormai situata all’interno della Porta, nel 1697, i Minori francescani avevano riadattato il convento, costruendo il nuovo campanile, dopo aver trasformato le strutture medioevali della chiesa.

     Giacché dal 1779 Francescani Minori e Agostiniani non faranno più ritorno nella nostra città, nel 1801, il complesso conventuale di San Francesco a Porta Nizza era ceduto dal Governo Ligure al Comune, che a sua volta ne faceva rivendita ad una famiglia di Padri Minori Osservanti, sopportati dai rivoluzionari per l’ostentata pratica dell’assoluta povertà.

      Nel 1835, Porta Nizza veniva abbellita da un paramento in grossi blocchi di pietra, per adeguarla ai sistemi difensivi dell’epoca. Nel 1895-il Comune comprava Porta Nizza dal Demanio, promettendo di mantenerne le caratteristiche. Il 21 dicembre 1897, l’oste Chiapasco, apriva una porta nell’immane muraglione presso porta Nizza. Nel maggio 1899, dal Funtanin, si dipartiva il cantiere per la costruzione della strada per raggiungere la frazione di San Bernardo, da Porta Nizza.

         Nel 1912, ormai priva di praticanti, la chiesa di San Francesco veniva veniva adattata dal Comune a magazzeno del materiale elettorale, avendo già adibito il convento a scuola, aprendovi il Regio Ginnasio, ma destinando soltanto l’atrio e qualche sala a Biblioteca ed a Museo per le antichità ritrovate a Nervia, vanificando così i lavori pagati nel 1900 da Sir Thomas Hanbury.

      Nell'agosto 1915, presso Porta Nizza veniva collaudato il cesso pubblico. Nel 1935, Monsignor Borea, parroco della Cattedrale, ristrutturava e riordinava la chiesa di San Francesco, a Porta Nizza, facendone la sua sede prediletta, dato che la Cattedrale si dimostrava fredda ed inospitale. Nuovamente, nel 1970, la chiesa di San Francesco veniva adattata a Palestra delle vicine scuole, senza chiedere i pareri alla Soprintendenza, gli organi scolastici hanno rivestito le pareti della chiesa barocca con grossi pannelli in masonite, spaccando gli stucchi e le strutture degli altari laterali, onde poter agganciare i pannelli nel perimetro più ampio possibile. Nell’agosto 1997, veniva aperta al pubblico la “Sala Polivalente San Francesco”, ricavata nella chiesa del convento francescano, presso Porta Nizza.

       Nel 2013,-hanno avuto inizio i lavori di riqualificazione sul Belvedere di Porta Nizza, come anche del Funtanin. Il 23 novembre 2013, il Lions Club Ventimiglia ha presentato l’avvenuto restauro degli infissi di Porta Nizza. Il 24 agosto 2014, veniva inaugurata la riqualificazione del Belvedere di Porta Nizza, mentre il 31 ottobre è toccato a quella del Parcheggio coperto al Funtanin.

          Il 21 maggio 2016, viene riaperto al pubblico il Centro Polivalente San Francesco, presso Porta Nizza, dopo il restauro degli apparati decorativi negli altari laterali rigenerati e la rimozione del palco che copriva l’altar maggiore; ora decorato dal gruppo marmoreo dell’Annunciazione, proveniente dalla chiesa di San Lazzaro, oggi Ridotta dell’Annunziata.

 

        Anche Porta San Michele veniva adeguata, nel 1835, rigenerando il piccolo cortile interno alle mura e ripristinando la vicina e popolare fontana, chiamata “U Funtanin”. Nel 1865, fuori Porta Piemonte, in riva alla Roia, Regione Peglia, era attivo il Mulino da farina, dei fratelli Biancheri. Sulla riva sinistra, in località Serre, erano attive segherie che operavano sui tronchi portati per via fluviale dai boschi di Tenda.

        Da quella porta, ormai conosciuta come Porta Piemonte, nel maggio 1899, si lavorava all’apertura della strada per Bevera attraverso la Regione Maneira.

        Anche gli infissi di Porta Piemonte sono stati presentati dal Lions Club Ventimiglia, il 23 novembre 2013. Il Club, dopo aver restaurato nella città alta la Fontana del Leone in Via Garibaldi e u Funtanin sulla Colletta, presso Porta Piemonte; correndo il Cinquantenario della sua fondazione ha dato corso al restauro dei serramenti ormai in disuso ed in stato di degrado ancora esistenti nelle porte medioevali.

 

MURRUDEBO'

        Nell’agosto 1892, avendo il Comune acquistato i cinquecenteschi bastioni genovesi di tramontana, provvedeva ad aprire un varco tra le mura a Murrudibò, per dare comunicazione alla città con le campagne circostanti.

       Il 9 aprile 2011, iniziava la riqualificazione del Murrudibò, in salita alle Mura, che nei saloni interni alle mura dovrebbe ospitare un museo fotografico.

 

               PORTA MARINA                                       PORTA CANARDA

 

                                                                    PORTA D'U CIOUSSU