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A Villa Hanbury, in La Mortola

 

BIODIVERSITÀ  DI  FRONTIERA

    Nell’anno dedicato dall'ONU alla biodiversità, proprio nella settimana indicata a questa disciplina dalla Unione Europea, presso il polo Universitario di Imperia, giovedì 20 maggio 2010 si è svolto un Convegno trasfrontaliero sull’argomento, che ha trovato conclusione in mattinata di venerdì 21 maggio, nella Sala del Camini di Villa Hanbury, alla Mortola.

    Queste giornate divulgative, risultato del progetto europeo ALCOTRA “Natura 2000 nelle Alpi del Mare”, hanno riunito gli esperti italiani e francesi a Porto Maurizio, dove si è tracciato il quadro genetico delle specie esistenti nell’ecosistema alpino di confine, privilegiando le ricerche già condotte presso i Parchi esistenti.

    I contenuti riservati all’incontro di Villa Hanbury si sono orientati sull’azione da intraprendere, in futuro, quando emergeranno i risultati tangibili del materiale censito. Mentre gli intervenuti francesi relazionavano, con abbondante positività, forti delle loro ormai annose esperienze di tutela e di studio; la componente ligure dei poveri incaricati di Enti o di parchi, nati da poco e miseramente sovvenzionati, si è ridotta a ciancicare lunghe sequele di speranze infondate.

    La relazione che maggiormente ha sorpreso la delegazione italiana è stata quella svolta dal “Conservateur du Litoral de la Region PACA”, un organismo sorto oltralpe appena nel 1975, il quale oggi tutela direttamente il 40% dei siti di nidificazione degli uccelli migratori, da Marsiglia a Mentone, avendoli acquistati, quando se ne è presentata l’occasione.

    Il Conservateur sovrintende al territorio svincolato da ogni altra intromissione amministrativa, e si finanzia col prelievo dello 0,5% da ogni transazione territoriale ed edilizia che avvenga sul territorio di competenza. Seguendo attentamente le perizie sugli atti notarili d’interesse specifico, quando decide, interviene con la prelazione e fa proprio il sito o la struttura, che da quel momento si trasforma in bene inalienabile, anche se concesso in gestione ad un soggetto dell’opportuna branca di conservazione attiva.

    Per finanziare in proprio la conduzione di siti specifici, il medesimo Ente si avvale del 0,2% prelevato dagli atti di vendita delle imbarcazioni più lunghe di sette metri. Da parte italiana non esiste, neppure lontanamente, un’entità del genere, e non comparirà mai; come farebbe altrimenti la “politica” a far piovere i suoi contributi, minati dal lacciolo clientelare ?

    La struttura francese conta soltanto trentacinque anni, ma la mentalità dell’Ente italiano che dovrebbe avvalersene è indietro dei soliti cento anni, o forse più, che separano gli sviluppi delle due nazioni transalpine, cugine.

    Al termine del Convegno, allietato anche da un pantagruelico rinfresco, la Soprintendenza ha approfittato per aprire al pubblico le sale di sua competenza, nel pianoterra di Villa Hanbury, appena uscite da un più che valido restauro, non del tutto compiuto.

    Nelle sale di Levante, completamente modernizzate, ha trovato posto una mostra interattiva sulle biodiversità che resterà aperta fino a metà giugno, per poi diventare itinerante, a disposizione di entità o scuole del comprensorio che ne facciano richiesta. Nei saloni di Ponente, ben restaurati conservativamente, ha trovato posto una esposizione di reperti legati ad “Hamburyana”, cui gli “Amici dei Giardini” hanno concesso un loro manifesto contributo.             L.M. 

                                                           LA VOCE INTEMELIA  anno LXV n. 6  - giugno 2010

 

 

Biodiversità  Alpina

    Per contrastare l’attuale crisi della biodiversità sono state individuate le aree più minacciate ed eccezionalmente ricche di biodiversità e di endemismi. Queste aree, chiamate hotspots (punti caldi) di biodiversità, sono quelle su cui concentrare gli sforzi per la protezione della biodiversità.

    I 34 hotspots di diversità mondiali contengono circa 150.000 specie vegetali endemiche e circa 12.000 specie animali endemiche. Tuttavia in queste aree si calcola che attualmente l’estensione della vegetazione primaria ha perduto 3/4 della sua superficie originale.

    Nelle Alpi Marittime e Liguri si stima la presenza di 3.600 specie vegetali e di circa 200 specie di vertebrati distribuiti su una superficie di circa 9.500 km2. Delle specie vegetali 115 sono endemiche o subendemiche di questo settore.

    Queste specie mostrano un alto livello di specializzazione ecologica accompagnato da un basso tasso di competitività, infatti la maggior parte di queste specie vive in ambienti rocciosi e particolarmente ad altitudini elevate.

    La catena montuosa alpina è relativamente giovane e la sua orogenesi risale al Terziario (circa 100 milioni d’anni fa), quando la placca euroasiatica e quella africana si scontrarono e si sovrapposero, originando contemporaneamente le Alpi e l’Himalaya.

    Poiché le Alpi Marittime e Liguri sono parallele alla costa picchi di notevole altezza come l’Argenterà (3297 m), il Marguareis (2651 m) e il Mongioie (2630 m) si trovano vicini al mare.

    Un altro fattore ambientale che influenza la ricchezza di questo hot spot è la composizione delle sue rocce, che vanno da calcaree, a calcareo-silicee fino a silicee.

    Il clima delle Alpi Marittime e Liguri varia considerevolmente in dipendenza dell’esposizione, dei pendii e della maggiore o minore vicinanza al mare. Sulla costa si hanno estati calde e secche ed inverni miti e soleggiati, con abbondanti piogge in autunno e in primavera.

    Alle altitudini più elevate si hanno frequenti temporali estivi e precipitazioni nevose in inverno.

    Nelle Alpi Marittime e Liguri sono presenti tre differenti bioclimi e sette differenti termoclimi che vanno dal termomediterraneo all’orotemperato. Questa varietà di condizioni climatiche è alla base della ricchezza di biodiversità della Alpi Marittime e Liguri.

                                                                                                                  Dall’illustrato del Convegno