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    L'UNIONE INTEMELIA è un'associazione non lucrativa di utilità sociale, con sede attualmente in Ventimiglia, via Mazzini 12/a., che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale nella zona territoriale definita normalmente “Intemelia” e compresa tra i bacini del Roia, del Nervia, e delle altre acque che sfociano in mare prima dei confini con San Remo. Poiché la Valle del Roia percorre pure il territorio francese e raggiunge in parte il displuvio dell’alta Valle Argentina, anche questi territori nonché la parte del dipartimento di Nizza, fino ai confini Ovest di Monaco, si intendono compresi nella predetta zona territoriale.

    La sua attività principale consiste nel difendere gli interessi e le opportunità delle popolazioni comprese nei confini europei sopra descritti, anche con interventi e pressioni leciti e se necessario legali presso amministrazioni di qualsiasi livello, o presso qualsiasi organo, associazione o comunque denominato che operi nel territorio o sul territorio e, al tempo stesso, diffondere tra queste popolazioni le informazioni e la cultura soprattutto locali, sia nelle lingue nazionali che nei dialetti.

    Per raggiungere il proprio scopo l’associazione attuerà conferenze, incontri, ed ogni altra attività lecita, in particolare farà pervenire al suoi soci un bollettino gratuito, non in vendita, denominato “LA VOCE INTEMELIA” a scadenza, non in modo tassativo, mensile.

    L’Associazione si impegna inoltre a tenersi in contatto con altre istituzioni simili aventi analoghe finalità, soprattutto operanti in Liguria, nel cuneese o nelle Alpi Marittime. Si precisa che l’Associazione non può svolgere attività diverse da quelle sopra indicate ad eccezione di quelle a esse direttamente connesse o di quelle accessorie per natura a quelle statutarie, in quanto integrative delle stesse.

    Per l’adempimento dei suoi compiti l’Associazione dispone dei versamenti volontari effettuati da tutti coloro che vi aderiscono e da qualsiasi altro contributo volontario versato a fondo perduto. Il Consiglio Direttivo annualmente stabilisce la quota di versamento minimo da effettuarsi all’atto dell’adesione all’associazione. L’adesione non comporta alcun obbligo di finanziamento o di ulteriori esborsi rispetto al versamento originario, è comunque facoltà degli aderenti effettuare ulteriori versamenti rispetto quello minimo dovuto. I suddetti ulteriori versamenti possono essere di qualsiasi entità e sono, così come le quote associative, a fondo perduto. In nessun caso e quindi nemmeno in caso di scioglimento dell’associazione ne’ in caso di morte, di estinzione, di recesso o di esclusione dall’associazione possono essere restituiti. Il versamento annuale non crea altri diritti di partecipazione, non crea quote indivise di partecipazione trasmissibili a terzi.

    Si considerano associati: - i soci fondatori - i soci che versano la quota annuale - i benemeriti, ovvero coloro che effettuano versamenti ritenuti di particolare rilevanza dal Consiglio direttivo; L’adesione all’associazione comporta per l’associato, maggiore di età, il diritto al voto nell’assemblea per l’approvazione degli atti e le modificazioni allo statuto e ai regolamenti, oltre alla nomina degli organi direttivi della stessa.

    Chiunque intende aderire all’Associazione deve rivolgere domanda al consiglio direttivo recante la dichiarazione di condividere le finalità che la suddetta associazione si propone e l’impegno ad approvarne e osservarne statuto e regolamenti; tale domanda verrà esaminata dal consiglio direttivo che entro sessanta giorni dal ricevimento dovrà accoglierla, trascorso tale termine la stessa si ritiene respinta. Chiunque aderisca all’associazione può in qualsiasi momento recedere, in caso di gravi motivi, può esserne escluso.

    L'organo principale dell’associazione è l’Assemblea dei Soci, essa è composta da tutti gli aderenti all’Unione e si riunisce una volta all’anno per l’approvazione del bilancio consuntivo e del bilancio preventivo. Il suo compito consiste nel nominare il consiglio direttivo ed il tesoriere del collegio dei revisori dei conti; si occupa di delineare gli indirizzi generali dell’attività dell’associazione, delibera sulle modifiche dello statuto, approva i regolamenti che disciplinano lo svolgimento dell’attività, delibera sull’eventuale destinazione degli avanzi di gestione, delibera lo scioglimento e la liquidazione dell’associazione.

    L'associazione, fino al 1991, guidata da Emilio Azaretti, è stata poi presieduta dalla professoressa Marisa De Vincenti Amalberti. Dal 2014 la presiede Graziella Colombini Cortesi.

 

SOLUZIONE DEI PROBLEMI NEL DOPOGUERRA

 

 

 

    Fondato da Emilio Azaretti, nel 1946, come organo d'informazione per i Soci dell'Unione Intemelia, il foglio, nel primo periodo settimanale, è diventato mensile, liberamente diffuso nelle edicole, fino al 1998, quando si è mantenuto esclusivamente quale "bollettino" dell'associazione.

    Stampato a Ventimiglia fino all'ottobre 1978, è andato poi in tipografia a San Remo, fino al dicembre 1995, quando le operazioni di stampa si sono trasferite a Pinerolo, presso lo stabilimento  Arti Grafiche ALZANI, che ne è l'editore.

    Dalla fondazione a supportato il formato di foglio 60 x 40, fino al gennaio del 1999, quando si è ha ridotto in taglia tabloid, sviluppandosi in dieci e qualche volta dodici pagine. Dal gennaio 2015 le illustrazioni sono a colori.

    Costantemente diretto da Emilio Azaretti, dal febbraio del 1991, ne ha assunta la direzione Carlo Pozzi, fino al marzo del 2003, quando a dirigerlo è subentrato Giovanni Cortesi.

    Ne cura la ripartizione ai Soci la LIBRERIA MONDADORI di via Roma 44/a in Ventimiglia.

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Anno I, n. 1, così si legge nella testata de La Voce Intemelia di sabato 12 gennaio 1946, Direttore Emilio Azaretti, Redattore responsabile Ennio Duce, stampa della Tipografia Bonzano. Il primo numero "apriva", come si dice in gergo giornalistico, con una accorata lettera all'On. Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, con la quale la città di confine, stremata dalla guerra, lanciava un drammatico S.O.S. al governo di Roma. E quindi questo primo numero rimane come una dolorosa testimonianza delle miserevoli condizioni di Ventimiglia nell'immediato dopoguerra.*

    Ma, se ci è concessa anche una piccola annotazione astrologica, La Voce Intemelia nasceva sì in un momento difficile, ma pur sempre sotto il Capricorno, il segno zodiacale della tenacia, della perseveranza e della laboriosità. Tutte caratteristiche che avrebbero poi contraddistinto i 50 anni di vita del giornale, che noi oggi ricordiamo.

    La tradizione dei fogli locali non era nuova a Ventimiglia poiché, nel periodo a cavallo fra la fine dell'800 e gli inizi del '900, vi era stata in città una notevole fioritura di gazzette. Tutte testate più o meno effimere che si chiamavano: La Pipa, L'indipendenza, Il Progresso, Il Risveglio, Il Giornale di Ventimiglia e L'Avvenire di Ventimiglia.

    La Voce Intemelia doveva però distinguersi dai giornali locali che l'avevano preceduta intanto per la sua longevità, ma poi anche perché nasceva in un momento del tutto particolare sia della storia nazionale che della vita cittadina.

    Era, quello degli anni 1946-47, un periodo cruciale caratterizzato da avvenimenti di portata storica come il Referendum istituzionale del 2 giugno, l'Assemblea Costituente e il Trattato di Pace di Parigi.

    Per Ventimiglia, città di frontiera, ancora una volta in prima linea, l'avvenire non si presentava roseo.

     Occupata inizialmente dalle truppe del Gen. De Gaulle, era stata oggetto delle mire annessionistiche francesi mentre la Conferenza di Pace avrebbe riservato ulteriori mutilazioni in Valle Roia con la perdita di Briga e Tenda.

    Ed è in questo quadro generale e locale che viene fondato il nostro giornale, pubblicato a cura dell'U.D.F.L.I. (Unione Democratica Federalista della Liguria Intemelia), l'associazione fondata da Azaretti e dai suoi sostenitori per la creazione della Zona Franca.

Come si leggeva proprio nel primo numero del giornale, il Congresso dell'U.D.F. aveva votato unanimemente un o.d.g. nel quale «In nome dei diritti di autodecisione sanciti dalla Carta Atlantica, si riaffermava la volontà della popola-zione che fosse istituita una Zona Franca, quale unico mezzo per la solu-zione dell'annoso problema della Val Roia e quale indispensabile presup-posto per una frontiera di pace fra l'Italia e la Francia».

Ed è perciò che, durante i primi anni, la storia della Voce Intemelia e quella del movimento federalista si intrecciano e procedono di pari passo. Dopo il 1947, con l'affievolirsi delle speranze di realizzazione del progetto, la "Voce" continua il suo cammino come organo di informazione e difesa degli interessi locali sempre però sotto la bandiera del federalismo.

    Troppo numerose per essere ricordate tutte, le battaglie sostenute dal giornale durante questo mezzo secolo di vita, ma non si possono tuttavia passare sotto silenzio almeno le più importanti. Come quella per il ristabilimento dei rapporti di buon vicinato con la Francia, dopo il trauma della guerra, e quelle in favore della strada e della ferrovia di Val Roia e per la rinascita dei Giardini Hanbury, del Teatro Comunale e della Battaglia dei Fiori.

    E, sempre in tema di difesa degli interessi locali, vanno ricordate anche le purtroppo sfortunate battaglie contro il depauperamento delle strutture amministrative ed economiche cittadine come il Mercato dei Fiori e gli Uffici Finanziari, soltanto per citare due casi fra i più gravi.

    Né si può passare sotto silenzio l’opera di salvaguardia della cultura locale (storia, dialetto, tradizioni) svolta dalla “Voce” in questi ultimi decenni, che hanno visto aumentare le pagine del giornale e di conseguenza lo spazio dedicato alle varie manifestazioni della vita cittadina.

Renzo Villa  - 25 gennaio 1996  - Anno LI - N° 1

* Nel gennaio del 1986, in occasione del 40° anniversario di fondazione, LA VOCE INTEMELIA conteneva al suo interno la riproduzione fotostatica del foglio stampato nel 1946.

 

 

  Gruppo

 

ALZANI

Editore de

 

LA VOCE INTEMELIA