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 LE LOCALITà ABITATE

         La cittadina costiera francese, sita sul limite occidentale del bacino è la ridente Cap d’Ail, confinante con Monaco e, verso le alture, con La Turbie, famosa per il Trofeo d’Augusto. Monaco è un Principato indipendente, sito sulla rocca omonima, affacciata sul mare; che, nel sobborgo di Montecarlo, ospita il famoso Casinò. Mentone e Roccabruna, gioielli turistici della Costa Azzurra, sono francesi. Da Mentone si apre la valle del torrente Carei, che lambisce i borghi di Castiglione e Castellaro, bagnando Montì e specchiando il grande Monastero dell’Annunziata. Sempre a Mentone sfocia il rio Borrigo, dove si specchia Sant’Agnese, villaggio d’altura, mentre presso Cap Martin affluisce il rio che bagna l’alto Gorbio.
         Sempre in Francia, lungo l’alta Val Roia, si trovano Fontan, poco sotto il confluire della Ceva, con i villaggi di Bergue e Maurion; Saorgio, alla confluenza della Béndola e del Cairos, con la pittoresca Madonna del Poggio; Breglio, davanti allo sbocco del vallone di Lavinia; e Tenda, che oggi è un’importante Mairie, con la sua imponente Collegiata, posta dove il Roia riceve le acque del vallone di Refrei.
       
San Dalmazzo di Tenda è posta alla confluenza del Roia col torrente Beogna, il quale raccoglie le acque dei valloni della Miniera, di Valmasca e di Fontanalba, che bagnano Casterino, giungendo dai numerosi laghi delle Meraviglie a mescolarsi nel grande lago artificiale delle Mesches.
        Al dispra di San Dalmazzo confluiscono le abbondanti acque del torrente Levenza, dove troneggia La Briga, con la sua frazione di Morignolo e la nota Chiesa di Nostra Signora del Fontano, completamente affrescata dal Canavesio nel XV secolo.
Nell’alta valle della Bevera occhieggia Sospello, col suo ponte medievale, e più sopra Molinetto, sulla strada per il Col de Turinì. Presso questo luogo, verso levante, si affacciano dall’alto sulla Val Roia: Piena e Libri.
      
Lungo la bassa valle del Roia, Fanghetto e San Michele, frazioni di Olivetta, con Airole  sono italiane, come  Olivetta, con la frazione di Bossarè, e Collabassa, frazione di Airole, lungo il corso finale, del Torrente Bevera. L'esteso abitato sulla costa, alla foce del Roia, è Ventimiglia, la città con le sei età.
     
Nella valle del Nervia vi sono: Camporosso, con la sua antica chiesa di San Pietro; Dolceacqua, con il Castello dei Marchesi Doria e il suo vino Rossese D.O.C.; Isolabona, anch’essa coi resti d’un antico castello dei Conti feudali, come Apricale; e, in cima alla valle, Pigna, con la chiesa di San Michele e la frazione di Buggio. Sopra Pigna c’è Castelvittorio, e nel vallone della Barbaira, che nasce nella vasta foresta di Gouta, c’è Rocchetta Nervina.
       Vallecrosia prende il nome dalla stretta valle che la ospita; nell’ormai urbanizzato sito dei suoi Piani sono il torrione antisaraceno e la chiesa di San Rocco, fabbricata sui resti di un antico tempio romano. All’interno di questa valle, percorsa dal torrente Verbone, sono San Biagio della Cima e Soldano, conosciuti anch’essi per il vino Rossese, mentre in alto c’è Perinaldo, patria dei famosi astronomi Cassini e dei geografi Borgogno.
         Bordighera, è una vera perla turistica, con le sue famose ville ed i grandi alberghi, oggi abbandonati; vanta musei, pinacoteche e presenze culturali. Sopra Bordighera, si apre il vallone di Vallebona e Borghetto San Nicolò; ma anche quello di Sasso, che porta a Seborga, sede per tanti secoli d’un principato monastico.
       La parte italiana del bacino roiasco, ha assunto l’identificazione di Zona Intemelia, mantenendo attiva una certa coesione; mentre le località site nell’Alta Valle, sono state storicamente attirate dalla pur malagevole autorità nizzarda, quanto quelle costiere provano ad  identificarsi in una impropria Costa Azzurra. Per realizzare un opportuno decollo turistico ed economico di tutto il comprensorio, necessita la ricostituzione ambientale dell’antica Liguria Intemelia, superando le ormai obsolete divisioni extranazionali, sotto la guida di una opportuna entità democratica bilingue interiore, da creare.

 IL BACINO DEL ROIA

         Le Alpi Occidentali non scendono diritte fino al mare, ma, a un certo punto, si volgono verso oriente e corrono vicine ad esso, lasciando uno spazio libero, nel quale viene a cessare la loro funzione di separare nettamente l’Italia dalla Francia. In questo spazio vari sono i contrafforti che si staccano dal crinale alpino, ma ne abbiamo due soltanto che raggiungono il mare: quello che, dal Monte Clapier (3045 m.), va al Capo d’Aglio e quello, ad esso parallelo e distante circa 35 km., che, dalla Punta Marguareis (2900 m.), va al Capo Nero. Questi due contrafforti delimitano il Bacino del fiume Roia, del quale fa parte il Torrente Nervia, il cui letto raggiunge quello del Roia nella fascia subacquea antistante la riva.
     
Il Bacino del Roia percorre una direzione Nord-Sud, in contrapposto a quella dei bacini adiacenti della Vesubia, del Paglione, dell’Argentina, dell’Arroscia e del Tanaro che sono ad esso obliqui; il che gli da il carattere di una grande trincea che sbarra tutto lo spazio libero dalle Alpi al mare. Un secondo carattere, antitetico al primo, consiste nel fatto che i suoi contrafforti recano i più facili passi che uniscono l’Italia alla Francia. Ad occidente troviamo quello di Braus (1000 m.) e quello della Turbia (640 m.) e ad oriente quello di Langan (1100 m.) e il passaggio attorno al Capo Nero sul livello del mare. Una grande via di comunicazione passa per il Colle della Turbia, Ventimiglia e il Capo Nero, oggi sminuita dalla strada litoranea Monaco-Nizza costruita nel 1900. Il Bacino del Roia separa dunque, con le sue catene trasversali, la Liguria litoranea gallica da quella italica, mentre le unisce con i suoi facili colli. Il fiume Roia nasce dal colle di Tenda (1870 m.), il quale è uno fra i più bassi delle Alpi e transitabile per buona parte dell’anno.
       
La Strada Statale n. 20 e la ferrovia della Val Roia mettono in comunicazione la Liguria Intemelia direttamente con il Piemonte, smistando i viaggiatori dell’Autostrada dei Fiori e della linea ferroviaria di costa.

 
La Turbia

Il Forti sul Colle di Tenda
Immagini da Web:

Monaco Principato
Città di Tenda
La Briga, in Val Levenza
Castelvittorio, nell'Alta Val Nervia
Seborga con lo sfondo della Costa Azzurra

 

I Balzi Rossi

La Valle delle Meraviglie
 rivista il: 03 agosto 2013
 
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 LA LIGURIA INTEMELIA

        La Liguria Intemelia è identificabile nel Bacino del Roia, quale regione storica ben definita, che ha preso il nome dalla tribù dei Liguri, che per primi hanno popolato l’intero bacino imbrifero. Gli Intemeli vi hanno abitato fin dai tempi più antichi della preistoria, come lo provano gli scavi nelle Grotte dei Balzi Rossi, dove sono stati rinvenuti molti strumenti di pietra, da loro fabbricati. Nel corso dell’Ottocento, in quegli scavi, sono stati rinvenuti persino i loro scheletri, in parte conservati nel museo di Grimaldi, congiuntamente alle ossa delle bestie che avevano ucciso per mangiare. Un’altra importante collezione di quei reperti è esposta nel Museo di Preistoria regionale di Mentone.
 
     Dall’Età dei Metalli, gli Intemeli che allevarono il bestiame, lavorarono la terra e fusero il bronzo, ci hanno lasciato nelle incisioni rupestri di Monte Bego, luogo di pascolo estivo per le mandrie e le greggi, un ricordo della loro vita. Il sito montano, che ha conservato decine di migliaia di incisioni scolpite, viene ricordato come Valle delle Meraviglie.
       L’entità territoriale intemelia ha sempre prodotto un adeguato sostegno alimentare ed economico, in sufficiente autonomia, per le genti che vi abitarono, quando queste avessero vissuto opportunisticamente aggregate; viceversa, fin dall’Alto Medioevo, la posizione strategica del bacino roiasco ha prodotto crescenti frazionamenti territoriali, avviati da arroganti popolazioni confinanti. Con la cessione del Nizzardo alla Francia nel 1860, si è definita totalmente la divisione politica-nazionale di questo territorio: l’alta Val Roia ed il Mentonese sono francesi, mentre la parte orientale è italiana.