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FETE A’U FENUGLIETU

                                                                                               di Lorenzo Viale

 

      Sul finire del 1800. erano attive, a servizio degli abitanti del Centro Storico di Ventimiglia otto panetterie, ubicate a: Marina San Giuseppe, Sestiere Borgo, Via Falerina, Salita Rivai, Via Garibaldi, Vico delle Camelie, Via Piemonte, Vico Forni. Detti esercizi, funzionanti con forni a legna, producevano oltre che pane, prodotti dolciari. Ogni panetteria aveva specialità di dolci, quali canestrelli, torte, castagnole, benardi, biscotti.

      Molto conosciute ed apprezzate erano le "fete a’u fenuglietu" dal gusto aromatico del finocchio selvatico, che allora nasceva spontaneo, in abbondanza, sulle alture di Ventimiglia. Per la loro facile digeribilità, era in uso portare un pacchetto di "fete a’u fenuglietu" quando si andava a trovare un malato oppure una persona anziana. Le fette, delicate, leggere e friabili, erano una golosità per la prima colazione, accompagnate magari con marmellate, miele o burro, oppure inzuppate in vino dolce a fine pasto.

      Col passare del tempo e l'avvento sul mercato di una miriade di prodotti dolciari per la prima colazione, la produzione delle tradizionali "fete a’u fenuglietu" andò via via calando negli anni, anche perché i panifici cessarono la loro attività. L’ultima panetteria, che produceva le "fete a’u fenuglietu" ancora nell'immediato dopoguerra, era quella di Via Piemonte, che cessò il commercio nel 1968.

      Il prodotto cadde nel dimenticatoio. La ricetta è semplice a fa parte del patrimonio di cucina povera del Ponente ligure. Ingredienti e dosi per ricavare sette etti di prodotto. Una settantina di fette.

 

Farina 00                                gr. 500

Zucchero                                gr. 100

Olio extra vergine d’oliva      gr.  40

Lievito di birra                       gr.  25

Semi di finocchio                   gr.  12

Sale                               due pizzichi

Acqua calda                           cc.  25.

 

      Modalità di confezione: porre la farina sulla spianatoia col sale, facendo la fontanella. Far sciogliere il lievito nell'acqua calda, successivamente aggiungere gli altri ingredienti. Impastare, facendo amalgamare bene il tutto.

     Dividere l'impasto in quattro parti eguali, formando dei panetti rotondi e lasciarli riposare per un quarto d’ora, coperti con canovaccio.

      Formare poi quattro filoncini di venti centimetri e porli in vaschette di alluminio oliate (cm. 20x10). Queste si trovano in commercio in confezioni da quattro pezzi, oppure porre i filoncini in adeguate teglie.

       Lasciare lievitare per circa un'ora in ambiente caldo.

      Preriscaldare il forno a 180° e mettere in cottura per trentacinque minuti (i filoncini devono assumere in superficie un colore marrone pallido). Lasciarli riposare per dodici ore.

      Con un coltello affilato tagliare a fette larghe un dito i filoncini. Posare le fette in teglia e farle biscottare, in forno preriscaldato a 200°, per circa sei minuti ogni parte, fino a che assumano un colore marrone pallido, più marcato ai lati.

      Consumare il prodotto una volta freddo. Le fette rimangono di ottimo gusto per venti giorni, conservate in confezione chiusa.

 

                                                           LA VOCE INTEMELIA anno LXXIV n. 4  -  aprile 2019