VENTIMIGLIA
MERCATO DEL VENERDì
Istituito nel centro di Ventimiglia con l’intento di promuovere, attraverso la sua attrazione turistica, lo sviluppo commerciale della città, questo mercato vanta già novant’anni. Nel tempo si è ampliato eccessivamente e oggi sta facendo il possibile per auto distruggersi, con grave danno per la città, che gli sta andando dietro. |
Il 17 giugno 1517, il Capitaneo disponeva l’abolizione del mercato nel giorno del sabato. Sostenuto dal Consiglio e dai Sindaci, diffidava chiunque dall’avvalersi delle tutele relative all’ordine pubblico previste in occasione del mercato. Da quel tempo, non si ha notizia di mercato settimanale, per i generi vari, fino ai primi del Novecento, quando si deliberò in merito.
Dal 14 agosto 1920, il primo giovedì di ogni mese si terrà il mercato del bestiame, presso il casotto del Dazio, in via Tenda; mentre il mercato settimanale di generi vari già era attivo nel tratto iniziale di via Roma, dal Ponte, il Venerdì.
Nel luglio 1946, riprendeva lo svolgimento del Mercato del Venerdì, sul tratto di via Roma tra il Mercato dei Fiori e la Caserma Bligny. Il Mercato del Venerdì rappresenterà per la nostra città, uscita martirizzata dal Conflitto mondiale, una delle attività economiche d’indotto più promettenti, arrivando ad ingigantire fino ad essere incontrollabile.
Nel 1981, con l’ammissione di tutti i venditori ambulanti che facevano parte della “spunta”, ovvero stavano pronti a sostituire gli eventuali assenti, il Mercato del Venerdì giunge ad occupare tutte le strade attorno ai Giardini Pubblici ed un tratto di passeggiata Oberdan, oltre a tutto il lungoRoia G. Rossi, fino al Ponte.
Nel settembre 1985, la Giunta Blanco rivedeva la planimetria occupata dal Mercato del Venerdì, fornendolo di corsie d’emergenza per gli abitanti dei palazzi limitrofi.
IL MERCATO DEL VENERDÌ
STÀ BENE DOV’È NATO
Uno spostamento rovinerebbe i titolari di tutti gli esercizi pubblici e di molte attività dei
nostri concittadini e sarebbe controproducente per lo sviluppo turistico di Ventimiglia
Emilio Azaretti – 1987
Oscuri interessi stanno da tempo provocando richieste di spostamento del Mercato del Venerdì, che si sono intensificate in questi ultimi tempi con incredibili proposte, come quella di farne addirittura oggetto di un referendum.
Dobbiamo perciò ricordare che è stato il Mercato, creato nel centro della città a promuovere, attraverso la sua attrazione turistica, lo sviluppo commerciale della città. A chi non ha girato il mondo potrà sembrare strano che si consideri attrazione turistica un mercato, ma sono molte le città e anche i paesi dell’Europa e dell’America, che hanno sviluppato appunto il loro turismo globale con i mercati. A Ventimiglia c’è gente persuasa che sia turismo soltanto quello di soggiorno e non si è mai accorta che anche gli Enti turistici portano il nome di Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
Noi abbiamo molte di queste attrazioni turistiche come le Grotte Preistoriche dei Balzi Rossi con relativo museo, il Teatro e la Città romana col museo, al quale si sta ora creando una degna sede; i monumenti medioevali di Ventimiglia alta, per i quali occorrerebbe organizzare visite guidate; il Giardino Hanbury di fama mondiale, malgrado il suo decadimento provocato dalla gestione pubblica; ma abbiamo anche il Mercato del Venerdì nel centro cittadino che è, per il numero dei visitatori, l’attrazione turistica oggi di gran lunga più importante.
Il Mercato di Ventimiglia è conosciuto in tutta l’Europa ed ha fatto conoscere più di ogni altro richiamo il nome di Ventimiglia perfino in America, dove il New York Times gli ha dedicato a suo tempo un servizio fotografico di quattro pagine.
Ma non dimentichiamo che soltanto con la giornata del Mercato i titolari di tutti gli esercizi pubblici e di molte altre attività cittadine riescono a far quadrare il bilancio e che il suo spostamento rovinerebbe molte famiglie ventimigliesi. È questo che vogliono quanti richiedono lo spostamento ?
Riconosciamo che il Mercato presenta degli inconvenienti dovuti all’eccessivo numero delle licenze concesse negli ultimi anni, che la gente attribuisce - non sappiamo con quali prove - alle bustarelle; ma è certo che non si è tenuto conto delle limitazioni di provenienza stabilite dalla legge concedendo licenze a ditte provenienti da lontane Regioni, e che sia quindi necessaria una revisione delle concessioni. Bisogna inoltre aggiungere che non sembra esserci alcuno controllo sulla occupazione dello spazio concesso e che non si tiene alcun conto delle necessità di circolazione dei cittadini. Vorremmo sapere se c’è un responsabile del funzionamento del mercato designato dal Comune e se c’è che ne venga indicato il nome, in modo che i cittadini sappiano chi ha personalmente colpa del disordine.
Un altro necessario controllo dovrebbe esserci per i venditori abusivi che a volte rendono quasi impossibile l’attraversamento della Passerella; scandaloso è infine il numero crescente degli accattoni che invadono la zona del Mercato e non sappiamo chi debba occuparsi di questo fenomeno da terzo mondo, se siano i Vigili Urbani, la Polizia o i Carabinieri.
Siamo però certi che il Nostro Sindaco, di cui abbiamo la massima stima, vorrà gradualmente rimediare a queste numerose manchevolezze, che abbiamo sommariamente elencato.
L’affluenza turistica del venerdì ha fatto anche conoscere ed apprezzare l’attrezzatura commerciale cittadina a molti vecchi clienti del Mercato, che frequentano ora Ventimiglia anche negli altri giorni della settimana e specialmente il sabato ed è d’altronde quello che è successo a Cuneo col suo centralissimo Mercato e quello a cui aspira Asti, che ha progettato recentemente di aprire un simile mercato, per rilanciare il suo turismo.
È vero che, malgrado queste chiare prove dei vantaggi portati dal Mercato ai commercianti locali, alcuni di essi affermano di lavorare meno al venerdì degli altri giorni e di essere perciò indifferenti riguardo a un eventuale spostamento del Mercato, mostrando così di non vedere più lontano del proprio naso e di essere egoisticamente indifferenti per la sorte dei loro numerosi colleghi, che lavorano quasi esclusivamente al venerdì; ma si tratta di quattro gatti.
Non è da escludere inoltre che la clientela del Mercato possa beneficiare le altre nostre attrazioni turistiche, che ho brevemente elencato, occorrerebbe però curarne preventivamente la mancante o difettosa organizzazione e soprattutto occorrerebbe rimettere in ordine la città, famosa oggi per la sua sporcizia e per la sua incuria, che sta aspettando di festeggiare il cinquantenario del Piano di Ricostruzione del Vallone, le cui macerie sono state diligentemente preservate dalle amministrazioni comunali del dopoguerra, a tutt’altre faccende affaccendate.
Quanto al turismo di soggiorno non è certo il centro cittadino, con la sua convulsa circolazione, che possa ospitarlo, ma è piuttosto da ubicare nelle frazioni esistenti fra il centro e il Confine, una delle più belle zone della Riviera e a levante anche lungo la costa che va dal Nervia alle Asse, le quali, non dimentichiamolo, erano già la spiaggia balneare della Ventimiglia romana. Oggi la stagione balneare marina rappresenta di gran lunga la più importante attività turistica di soggiorno, ma a Ventimiglia, dove nei primi lustri del secolo esistevano fra la via Dante e il Nervia cento metri di spiaggia sabbiosa, abbiamo assistito, a causa degli abusivi prelievi lungo la spiaggia stessa e nell’alveo del Roia, alla sua completa scomparsa.
Per fortuna a Nervia è stato recentemente costruito un lungo pennello, che impedisce al poco materiale ghiaioso ancora esistente, di perdersi nei fondali che fronteggiano a breve distanza la spiaggia di Vallecrosia, ma è però necessario ripascere abbondantemente, ed altrettanto necessario portare a termine la costruzione del porto, ricordando che Ventimiglia è l’unica città della Liguria con più di diecimila abitanti che ne sia priva, perché se si vuole rilanciare il soggiorno turistico estivo, ci vogliono spiagge e porto.
Queste sono le cose che si debbono prendere in considerazione parlando del Mercato e del soggiorno turistico di Ventimiglia e non, per dirla in ventemigliusu: parla numà perché se gh’à a lenga in buca.
LA VOCE INTEMELIA anno XLII n. 10 - ottobre 1987