IL GIRO DEI FORTI DI TENDA
FUORISTRADA - MOUNTAIN BIKE - TREKKING
La pista carrabile d’alta montagna, più adatta per realizzare il “Giro dei Forti di Tenda”, percorre uno dei più bei paesaggi delle Alpi e Prealpi Marittime, tra boschi ombrosi e prati estesi, prendendo quota da Tenda/Speggi, per portarsi alla Bassa dell’Ournu, la quale domina il villaggio di Casterino da Est, oltre che farvi protendere la visione delle Alpi Cozie, da spingere fino oltre le Graie.
Proseguendo nel “Giro”, si doppia la Bassa di Peirafiga per raggiungere il Colle di Tenda nei pressi di Forte Margheria, proprio sotto Forte Pernante. La pista conduce presso tutti gli altri Forti Ottocenteschi, superati i quali si giunge al Colle della Boaria, spettacolarmente proteso sopra Limone, con passaggi mozzafiato.
Dalla Boaria, la pista cala, dolce quanto ardita, verso il Colle dei Signori, nel massiccio del Marguareis, passaggio serrato dall’altura di Monte Pertegà, che si distende fino al Passo del Framalgal, a corona della Valle dei Maestri, che contiene la chiesetta di sant’Erim.
Scavalcato il passo, la pista si inoltra nel fitto Bosco delle Navette, per attraversarlo quasi totalmente portandosi alle pendici Nord del Saccarello, da dove dolcemente arranca fino al Passo del Tanarello, per poi calare a tuffo su La Briga, non scordando di accarezzare il santuario di Nostra Signora del Fontano, nel fondovalle della Levenza. Dove l'interno è affrescato, col titolo di "Cappella Sistina delle Alpi Marittime" .
Il “Giro” è sconsigliato da ottobre ad aprile. L’approccio può avvenire attraverso la S.S. 20 di Val Roia e con la ferrovia Ventimiglia - Cuneo.
Come variante d’accesso, a San Dalmazzo di Tenda è possibile inoltrarsi sulla carrozzabile per Casterino, da dove si raggiunge la pista, in altura, attraverso la Bassa di Peirafiga.
Una variante in uscita, a Colla Sanson, prevede la svolta verso Gray e Melosa, da dove si raggiunge comodamente Pigna e la Strada Provinciale di Val Nervia.
Lo Stato Maggiore di Umberto I di Savoia, re d’Italia, aveva considerata possibile un’invasione della Pianura Padana da parte di truppe risalenti la Val Roia, dal mare; quindi dal 1882 al 1888, provvide a dotare il Valico del Colle di Tenda di importanti fortificazioni, difensive rivolte verso quella valle.
Sul Colle Alto, a 1908 metri s.l.m., edificò il maestoso Forte Centrale, corredato di caserme ed acquartieramenti, da dove una strada militare, in direzione Est, saliva di quaranta metri sino al Forte Taborda, proteso a coprire il nodo di Vievola. Ancora più a Est, incuneato nella Valle della Pia, a 2262 metri, il Forte Pepin era raggiunto da un’altra carrareccia.
Verso Occidente, una seconda carrabile s’inerpicava fino ai 2117 metri di altitudine del Forte Pernante, per salire ancora ai 2253 del Forte Giaura. Il Forte della Margheria, a 1842 metri, sulla strada per Casterino, verso la Valmasque, completava il sistema difensivo, che non venne mai utilizzato, giacché nessun esercito nemico risalì la Valle Roia: le fortificazioni vennero quindi abbandonate allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, allorché i loro cannoni furono inviati al fronte.
Nel trattato confinario stipulato al termine dell’Ultima Guerra, nel 1947, la Francia badò bene a contenere tutti i forti all’interno dei suoi confini, anche se soltanto di qualche metro; così come tenne per metà la strada carrozzabile di valico, iniziata a costruire da Carlo Emanuele I di Savoia, nel 1591, e terminata da Vittorio Amedeo III, nel 1782.