A Petànca
Benché sia tradizionale e molto diffuso il gioco delle bocce, cosidetto “alla lunga”, a Ventimiglia e nella Zona Intemelia si gioca molto “A Petànca”, esprimendo persino eccellenti campioni. Importato all’inizio del secolo XIX dalla Provenza, dove costituiva una recente invenzione, il gioco della “pétanque” ha trovato molti ammiratori, come è capitato anche in Corsica e nei domini francesi sparsi nel mondo.
Nel 1907, due fratelli di La Ciotat, nelle Bocche del Rodano, si studiarono un modo di giocare poco invasivo, che concedesse al loro amico Giulio di praticarlo, nonostante i forti reumatismi che lo perseguitavano. Come suggerisce il concetto provenzale che ha fornito il nome a questa specialità, “ped-tanco”, ossia piedi ben ancorati al suolo, concede di praticare il tipico “Gioco Provenzale evitando di praticare gli slanci che lo caratterizzano.
La prima partita ufficiale venne giocata nel 1907, mentre il nome venne assegnato ufficialmente al gioco nel 1910. Nel 1930, l’imprenditore Jean Blanc costruì delle particolari bocce in acciaio, che ben presto sostituirono le tradizionali bocce in legno, fornendo valide prestazioni, mai paragonabili a quando, nel 1955, entrarono sul mercato le prime bocce del tipo “Obut”.
Dal luglio del 1945, a Marsiglia venne istituita la Federazione Internazionale del gioco, i fondamenti del quale erano stati tracciati a Spa, in Belgio, l’anno precedente, mentre ancora mezza Europa era in guerra.
Come per tutti i giochi di bocce, la finalità del gioco è quella di segnare dei punti piazzando le proprie bocce più vicine al pallino. Soltanto la presenza di una boccia avversaria determina l’interruzione del conteggio di punti.
Possono partecipare alle gare due squadre di due o di tre giocatori, oppure singoli giocatori in testa a testa. Nelle squadre di tre giocatori ciascuno dispone di due bocce, mentre nelle squadre di due, come tra singoli le bocce possono essere tre. Il gioco può essere praticato su qualsiasi terreno e la distanza del pallino in campo può variare dai sei a i dieci metri.
Il giocatore di turno deve lanciare le bocce stando all’interno di un cerchio del diametro di mezzi metro, tenendo i piedi immobili, fino a quando la boccia non abbia toccato il terreno o colpito il bersaglio.
La squadra estratta a sorte, per iniziare, traccia il cerchio e lancia il pallino e la prima boccia. Ogni squadra tira quindi le sue bocce finché non ha fatto meglio degli avversari: quando marca il punto, ossia almeno una delle sue bocce è più vicina al pallino di tutte quelle degli avversari, il tiro passa all'altra squadra, se questa ha ancora bocce da tirare.
Quando tutte le bocce sono state lanciate si contano quelle della squadra che si trovano più vicine al pallino di quelle degli avversari. La partita viene vinta dalla squadra che raggiunge per prima i tredici punti.
Il pallino deve essere di legno e se, durante la partita, dovesse uscire fuori dai limiti del campo, il gioco viene ricominciato con un nuovo tiro, giacché non sarebbe possibile determinare il punteggio. Soltanto nel caso nel quale una sola delle squadre restasse con bocce ancora da giocare, all’uscita del pallino, si marca come punteggio il loro numero.