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INIZIO DI PRIMAVERA

NELLA VENTIMIGLIA OTTOCENTESCA

 

        Da quando, nel 1815, Ventimiglia entrò a far parte del Regno Sardo, l’Equinozio di primavera divenne una data popolare, con una attenta celebrazione di San Giuseppe. Alla Marina, attorno alla chiesetta ormai dedicata unicamente a quel Santo, si svolgeva una affollata fiera di animali, accompagnata da tre eventi, con serate danzanti, nel confacente padiglione a palchetto. Una fiera di generi d'uso e giocattoli si teneva a Ventimiglia Alta.

      La gioventù, si avvaleva delle prime giornate calde per indossare un abbigliamento primaverile. I giovanotti amavano indossare abiti bianchi, per lo più accessoriati con una “paglietta”, quale copricapo. Nella seconda metà degli Anni Quaranta, con la ripresa della vita sociale, dopo le peripezie belliche, le serate danzanti trovarono un concreto riavvio.

     Ma negli Anni Sessanta, pur prendendo avvio fin dal pomeriggio, gli intrattenimenti danzanti persero prestigio, a causa della socialità compromessa da numerose litigate, appositamente innescate; il grandioso padiglione non venne più montato, limitando la pista da ballo con transenne, facilmente oltrepassabili. Fu la fine della festa di primavera alla Marina, prima ancora che la legge civile italiana n. 54 del 5 marzo 1977, intitolata:“Disposizioni in materia di giorni festivi”, determinasse la cessazione della festività di San Giuseppe, il 19 marzo.  

        Nella Città Alta, la Fiera di generi d'uso continuò a svolgersi fino agli Anni Sessanta,  mentre, fin dal periodo della Grande Guerra venne preferito spostare la fiera del bestiame, nel primo tratto di Via Tenda, fin quasi al passaggio a livello. 

                                                           L.M.

 

MARINA SAN GIUSEPPE PRIMI NOVECENTO

 

 

 La Fiera di Primavera per il bestiame, all'inizio di Via Tenda. Primi Novecento

 

MARINA SAN GIUSEPPE - NICOLO'